ATTRAZIONE

 

Se il desiderio sessuale

fosse l’artefice dell’attrazione

che mira a soddisfare, esclusivamente,

un naturale bisogno …

io”, probabilmente, sarei come un’animale

che ignora (?) il sentimento …

(l’emozione chiamata innamoramento

per lo più vissuta … in sogno …)

IL SILENZIO 

… <<Quando il silenzio cresce senza freni, quando è così tanto grande, diventa ancora più pericoloso. Ed è proprio questo che è successo tra NOI: il silenzio è aumentato, aumentato, e il pericolo anche. Lui era lì da talmente tanto tempo che se avessimo parlato avremmo perso tutto quello che avevamo costruito, come se una qualsiasi parola avesse potuto trasformarci in due esseri brutti ed antipatici. Implicitamente, avevamo stabilito il patto di non distruggere quel silenzio. Malgrado tutto ciò che accadeva intorno, NOI sentivamo solo il nostro silenzio, e il sangue che circolava con forza nelle vene, che scaldava il corpo, che ci dava desiderio, un enorme desiderio di correre dei pericoli. Era come se il mondo attorno non fosse il mondo, come se il mondo fosse appena quello che esisteva tra NOI. Non conoscevamo niente l’uno dell’altra, se non il silenzio e lo sguardo, e per questo non c’è stato pudore, non c’è stata vergogna, non c’è stata paura: c’è stato solo desiderio, silenzio e pericolo, quando ci siamo dati il primo bacio.>> …

Fonte: Tatiana Salem Levy, “La chiave di casa”. © 2011 Ed. Cavallo di Ferro (pag. 183-184)

 

… E l’amore diverrebbe, allora,

solo qualcosa di cui abbiamo sentito parlare,

come la verità …

che è però possibile sperimentare …

attraverso il gioco della dualità …

 

 

<<Basta, smettila, sappiamo qual è la realtà …

Tu Sei … solo … nullità …! >>

INNAMORAMENTO E AMORE

 … <<Nel suo famoso saggio Innamoramento e Amore” (1979), Francesco Alberoni ha offerto, dell’attrazione, una comprensiva e verosimile interpretazione. C’innamoriamo perché vogliamo creare, perché vogliamo sovvertire il nostro modo di essere, per esplorare nuove possibilità, per superare la “morte” dentro di noi, per reinserirci nel ciclo dinamico della vita; rinnovare noi stessi per rinnovare il mondo. L’innamoramento nascerebbe, dunque, da un “sovraccarico depressivo”, dal senso di nullità dell’individuo che lo disporrebbe a rischiare di darsi interamente ad un altro. Sul piano biologico l’attrazione è invece un meccanismo fondamentale che la natura ha predisposto per perpetuare la specie, perché due individui, anche molto lontani e diversi, possano accoppiarsi e procreare. Se è vero che questo processo è comune a tutti i mammiferi, tuttavia siamo convinti che l’innamoramentoumano sia qualcosa di più dell’attrazione riscontrata nel mondo animale, per quanto anche nell’uomo esistano forme di attrazione che non sfociano nell’innamoramento ma sono orientate alla soddisfazione immediata del desiderio sessuale e svaniscono dopo che il rapporto ha avuto luogo.>> …

Fonte: Donatella Marazziti, “La natura dell’Amore”. © 2002 RCS-Rizzoli (pag. 57-58)

 

 INSIEME

… <<Non so se ci siamo incontrati qualche volta, se ci sia stato un momento in cui possiamo dire che l’Amore tra NOI sia esistito come certezza e felicità, o se abbiamo soltanto vagabondato, una nella vita dell’altro, come i personaggi appannati di un certo cineasta che mostra l’amore come un’impossibilità. Ogni volta che vedo i suoi film, penso a noi, al nostro amore impossibile, al nostro amore non realizzato malgrado il tempo trascorso insieme, e mi chiedo se ci sarebbe stata qualche chance per farlo andare in altro modo, o se la forza del nostro amore stesse proprio nella sua impossibilità. Quando ci abbracciavamo e mi ricadeva sul petto il dolore di una certezza: tu non eri mio. Quando facevamo l’amore e, pur godendo insieme, sentivo che non avveniva insieme, che la distanza tra noi non era uno spazio, ma un abisso. Come se avessi presa la tua mano e tu non l’avessi avuta, come se avessi voluto dichiararmi e tu non avessi avuto orecchie. Anche se abitavamo nella stessa casa, se dividevamo lo stesso letto, se facevamo tante cose insieme, era come se fra noi ci fosse sempre stata quella enorme distanza.>> …

Fonte: Tatiana Salem Levy, “La chiave di casa”. © 2011 Ed. Cavallo di Ferro (pag. 189)

Eravamo tacitamente consapevoli di non poterla colmare, ma ci andava bene così, procedevamo ognuno sul proprio binario, parallelo all’altro, come quello di un treno … vicini eppur lontani, ma intenzionati, malgrado tutto, a non mettere la mano sul freno …

… poiché convinti che quell’emozione,

alla fine,

ci avrebbe condotti alla stessa stazione …

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